Giovanni Chiaramonte – “Salvare l’ora”
Vi aspettiamo per l’inaugurazione domenica 15 dicembre 2019 alle 17.00 presso la Sala Preconsiliare della Residenza Comunale, Piazza del Popolo,1. Durante l’inaugurazione l’autore terrà una lectio magistralis.
L’autore terrà inoltre un breve corso di storia della fotografia in tre lezioni, il 30, 31 gennaio e 1 febbraio presso le Artificerie Almagià in Via dell’Almagià 50, dalle 17 alle 19.
La mostra sarà visitabile presso il PR2 sito in Via Massimo d’Azeglio, 2 dal 15 dicembre al 30 gennaio 2020:
– dal martedì al Venerdì dalle 15.00 alle 19.00,
– sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00,
– chiusure straordinarie: 25 dicembre e 1 gennaio.
Dal buio
Nel cerchio immaginario che gli occhi tracciano quando lo sguardo compie un giro d’orizzonte per osservare la realtà del mondo attorno a noi, la luce radente dell’alba o del tramonto, come i bassi raggi del sole d’inverno, originano spesso apparizioni improvvise, uniche e irripetibili. Possono essere libri e vasi dimenticati nell’angolo di una stanza, sassi e muschi di un sottobosco, arborescenze sulla riva di un fiume, oppure petali di fiori sparsi dal vento per strada e frammenti di architetture in cimiteri abbandonati.
Nell’istante di questa illuminazione, ogni cosa non sembra più avere un aspetto inanimato, ma assume una consistenza viva che si rivolge verso ognuno di noi. Ciò che un attimo prima giaceva inerte, non visto nell’indifferenza superficiale dello sfondo, appare improvvisamente dotato di un’identità propria irradiando una forma che attrae e consola lo sguardo per la propria presenza.
Attraverso la rivelazione di questa forma, l’esterno del mondo attorno a noi ci accoglie come in una dimora e, nello sguardo che lo coglie, illumina la profondità del cuore, aprendo finalmente la porta ancora sbarrata del nostro mondo interiore.
Inscape è il nome che il poeta inglese Gerard Manley Hopkins ha dato a questa dimensione della forma e della visione che ha sempre sostenuto il mio vivere, soprattutto nei momenti bui dell’esistenza.
Gli haiku e le immagini di Salvare l’ora nascono da due periodi di malattie apparentemente senza speranza: si pongono come tracce leggere della presenza divina nascosta all’interno di ogni forma e figura che splende nel mondo.
Giovanni Chiaramonte nasce nel 1948. La sua opera si genera nell’estetica teologica di R. Guardini, H. U. von Balthasar e in quella della Chiesa d’Oriente incontrata in P. Evdokimov, O. Clément, A. Tarkovskij ed ha come tema principale il rapporto tra luogo e destino della civiltà occidentale, nel segno dell’infinito che si apre nel tempo istantaneo proprio della fotografia.
Tra le sue opere: Giardini e paesaggi, 1983; Terra del ritorno, 1989; Penisola delle figure, 1993; Westwards, 1996/2013; Milano. Cerchi della città di mezzo, 2000; In corso d’opera, 2000; Pellegrinaggi occidentali, 2000; Frammenti dalla Rocca, 2002; Abitare il mondo. EuropE, 2004; Attraverso la pianura, 2005; Senza foce, 2005; Come un enigma_Venezia, 2006; Nascosto in prospettiva, 2007; In Berlin, 2009; L’altro_Nei volti nei luoghi, 2010; E.I.A.E._Et In Arcadia Ego, 2012; Via Fausta, 2012; Interno perduto, 2012; Piccola creazione, 2012; Westwards, 2014; Jerusalem_Figure della Promessa, 2015; La misura dell’Occidente.Viaggio nella rappresentazione, con A. Siza, 2015 e 2018; The Evolving European City, 2015; Ultima Sicilia, 2016; Salvare l’ora, 2018.
Nel suo percorso espositivo si segnalano le mostre personali alla Biennale di Venezia nel 1992, 1993, 1997 e 2004 e alla Triennale di Milano nel 2000, 2009 e 2011.
Ha fondato e diretto collane di Fotografia per Jaca Book, Federico Motta Editore, S.E.I., Edizioni della Meridiana, Ultreya/Itaca.
Insegna Storia e Teoria della Fotografia allo IULM e alla NABA di Milano.